lunedì 2 giugno 2014

Faccio i conti con quest'amputazione tutti i giorni. Non ignoratelo!

Non scrivo da tanto tempo perchè mi da fastidio essere letta da gente che mi conosce dal vivo. 
Benchè non si direbbe, non mi piace mettere in piazza i miei sentimenti e visto che in questo blog ho sempre cercato di essere onesta, con me stessa in primis, non vorrei venire qui, in questo spazio mio, e dover censurare la metà delle parole che ho da dire.
Ho scritto "benchè non si direbbe" perchè nella mia famiglia ho la nomea di quella che si lamenta spesso di questa o di quell'altra cosa e quindi di una che non si fa remore a raccontare di se stessa o semplicemente di mettere in piazza la propria opinione. Purtroppo però, sono una "tutto fumo e niente arrosto". Sono brava a dare di me la parvenza di donna estroversa, a volte anche superficiale, sicura, decisa, con un'opinione di se stessa e del mondo che mi circonda.
Invece, non è così. Quando torno a casa dai miei, la metà delle cose che dico non viene considerata perchè, forse, parlo troppo e, forse, sono troppo  netta nelle affermazioni che faccio. 
All'apparenza sembro una donna senza dubbi e si sà, che questo tipo di atteggiamento non sia ben visto dalla moltitudine del mondo a cui, invece, piace il moderatismo. Io sono ironica ma allo stesso tempo spietata. A tutti fa paura quando inizio a fare battute, perchè ho la maleducata indole di smascherare le ipocrisie e le bassezze umane, utilizzando a mia volta la bassezza del riderci sopra.
Ammetendo questa "colpa" posso anche ammettere di essere molto introversa. Un paradosso, un'enantiodromia che in pochi secondo me riescono a cogliere, solo chi mi conosce bene e cioè solo uno: mio marito.
A lui  ho permesso di conoscermi e piano piano ha imparato a capire quanto sono ermetica al di là delle apparenze. Chi conosce mio marito direbbe che è un uomo introverso, silenzioso, razionale e tutto d'un pezzo. Di me, assolutamente la cosa opposta.
Ma se qualcuno chiedesse a mio marito di descrivere me nella nostra coppia, credo mi descriverebbe come una donna introversa, silenziosa, pacata, malinconica all'inverosimile, riflessiva. Se dovessi descrivere lui, direi che è un chiacchierone, un giocherellone, sempre in movimento, intuitivo, sereno, dolce e ironico. Chi lo direbbe? Credo in pochi.
Ed è questo il motivo per cui non voglio che il mio blog venga letto da chi conosco, perchè 1) voglio essere e dire quello che voglio 2) non voglio che conoscano i miei sentimenti soprattutto perchè a volte questi sentimenti sono stati usati contro di me. E un conto è ridere di un vizio, di un'ipocrisia, di una bassezza, un conto è ridere di un'emozione, di una passione, di una sofferenza.
Purtroppo però, non posso e non voglio chiudere il blog, perchè ho bisogno di questo spazio tutto mio e ho bisogno di condivisione.
Così vi racconto una cosa che ieri mi ha fatto soffrire.
E spero che questa cosa non venga usata, nè menzionata in altri contesti che non siano questo blog.
Ieri sera a cena, stavamo parlando dei genitori della mia adorata barboncina Toffee (la cagnetta a cui faccio da dog-sitter). Loro sono una coppia che non hanno potuto avere figli. A cena, con i miei genitori e le mie sorelle, stavamo dicendo che sono persone che riescono a mantenere le relazioni parentali e le amicizie, anche se a distanza. Poi mio marito mi fa notare che, anche un'altra coppia che conosciamo, ha lo stesso modo di fare: chiamano sempre per prima per gli auguri, per ogni tot di tempo che non si fanno sentire segue subitamente la telefonata per sapere come stiamo ed hanno una serie di conoscenze che credo "serva", anche inconsciamente, ad entrambe le coppie, per sentirsi meno soli.
Così, stando nel discorso, anche molto istintivamente, me ne esco con questa frase  : - Forse si sentono soli, forse diventeremo anche noi così...-

Erano presenti tutti. Tutti si sono ammutoliti. 

Un secondo dopo hanno cambiato discorso.

Come non sentirsi accolti!
Come sentirsi...respinti!

Comprendo il loro imbarazzo.
Vorrei solo che capissero chi sono e quanto mi è costato esporre quei sentimenti lì, quanto mi sono sentita idiota nel momento in cui ho sentito quelle lacrime beffarde tradirmi e riempirmi gli occhi.

Quanto mi sono sentita idiota a cercare di mandarle indietro...

Esisto. Sto soffrendo.
Non ho sangue vivo che sgorga dal mio petto, ma faccio i conti con quest'amputazione tutti i giorni.

Non ignoratelo!


8 commenti:

  1. Ti sei descritta come potrei descrivermi anche io e stando sulla stessa barca confermo che il muro di silenzio di chi dovrebbe accogliere le nostre debolezze fa malissimo. Io provo a difendemi filtrando accuratamente: non sempre chi ascolta capisce e ancor più raramente è forte al punto da accettare di capirci... ignorare è sempre "una buona strategia che non implica sforzi", o così la interpreto.

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  2. Devo dire che, invece, la mia famiglia interviene. Mi consolano e sdrammatizzato. La nostra infertilità non è mai stata un tabù, anzi. E se questo da una parte mi infastidisce perché, insomma, è "cosa nostra", mia e di mio marito, dall'altra mi rassicura.
    Poi ci sono "certe solitudini" con cui dovrei fare i conti per sempre. Anche quando sei in mezzo alla gente.
    Un abbraccio forte Madness

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  3. Anche a me capita. Le poche persone che sanno scelgono il silenzio "per non ledere la mia sensibilità", dicono (o perché non saprebbero cosa dire, penso io). E invece noi vorremmo urlarlo il nostro dolore, come se così facendo potesse cancellarsi. Un abbraccio.

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  4. Tesoro da lungo tempo mi comprendo da sola e solo io miei silenzi e.... ti capisco....è facile essere soli in mezzo alla gente, il difficile essere se stessi. Un abbraccio

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  5. Mi dispiace che la tua famiglia abbia reagito così, probabilmente pensavano che cambiare discorso servisse a "sdrammatizzare" . E' chiaro che invece, in quel momento avevi bisogno del loro sostegno e della loro comprensione. Personalmente ho sempre parlato poco dei nostri problemi..perchè è difficile trovare, anche tra le persone che più ci stanno vicine, chi realmente capisce. Sono riuscita a confidarmi solo con amiche che stavano vivendo il nostro stesso problema. Ti abbraccio

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  6. Grazie mille a tutte per essere passate qui in questo post. Ricambio i vostri affettuosi abbracci!

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  7. E' triste quando le persone a te più vicine non capiscono cosa tu stia passando, e scelgono il silenzio anziché sforzarsi per aiutarti, anche se le parole, lo sappiamo bene, possono consolarti fino a lì. Purtroppo conosco bene la sensazione, avendo una famiglia totalmente assente e degli amici che si sono allontanati nel momento del bisogno. Ti mando un grosso abbraccio, sii forte

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  8. Sono le stesse sensazioni che provo io e sicuramente tutte le donne e le coppie costrette a percorrere questi ardui percorsi... Credo che da qualche parte la felicità esista anche per noi! Pazienza: prima o poi dovrà essre il nostro momento! Un abbraccio virtuale!

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