giovedì 26 giugno 2014

Partire è un po' morire. Restare è morire di più.



Tra alti e bassi sono sempre più i bassi, ma diciamo che ultimamente mi sento carica di energie e non so se queste derivano dal fatto che ci è balenato per la mente un nuovissimo, bellissimo, entusiasmante progetto che prevede l'uscita di Madness e consorte, dall'Italia.


Non per una vacanza, non per un periodo e basta. Vogliamo espatriare!
Incrociamo le dita, i piedi, le gambe e le braccia! Incrociamo l'incrociabile!
Visto il nuovo progetto, trovate le nuove energie, in questi giorni inizio a muovermi in tal senso e cerco info e iter vari per procedere con il riconoscimento della mia abilitazione all'insegnamento nel paese in cui vogliamo espatriare. Ovviamente sono cosciente che, se tutto va a buon fine, passerà almeno un anno e mezzo prima che si parta. Per il momento ho deciso di essere caparbia e di non arrendermi appena mi si porrà un inconveniente burocratico davanti.
E menomale che l'ho deciso, perchè iniziando a chiamare i vari uffici in Italia, si sono già creati, dal niente, un bel po' di cose che sembra che nessuno voglia risolvere.
Quel che è strabiliante è che invece dall'altra parte, nel paese dove invece desideriamo vivere, ci rispondono tutti, via mail, dopo due minuti, massimo un'ora. In più sono anche chiari e concisi.
Questi modus operandi burocratici totalmente opposti, ci fanno desiderare ancor di più di scappare da questa Italia che non ci offre una prospettiva di vita dignitosa.
La spinta più grande è stata quella di pensare che con un reddito adeguato potremmo iniziare prima le pratiche per le adozioni.
In italia sono inserita fra l'elenco degli insegnanti precari e per molto tempo credo che non avrò mandati, dato l'ignobile atto di assegnare pochissimi punti a tutti coloro i quali hanno un'abilitazione magistrale. Chissenefotte se per 15 anni hanno permesso di relegarci in III fascia, chissenefotte che una laurea in psicologia per loro è carta straccia! Chissenefotte se ho 32 anni, cerco un figlio da tre anni e mezzo e non posso neanche adottarne uno!
Per questo cari amici e amiche italiane, io rinnego le mie origini. A tratti quasi le odio. Non vedo l'ora di far parte di una comunità più civile, una comunità in cui il merito e la voglia di fare, forse valgono qualcosa!



15 commenti:

  1. Cara Madness, è tanto che non commento ma ti leggo sempre e ogni volta mi sorprendo di come le nostre strade sembrino correre così vicine ... il matrimonio nello stesso periodo e nello stesso stile, l'organizzazione del convegno a ridosso, i dubbi e i vortici della ricerca (nonché gli stessi tempi, anche noi tre anni e mezzo), alla fine di aprile ho perso all'improvviso la mia amata nonna e anche l'altra si è ammalata all'improvviso ... anch'io lavoro in modo completamente autonomo e saltuario nella ricerca e - occupandomi di letteratura nordiche - la porta dell'espatrio in scandinavia mi sembra sempre lì, sempre aperta, sempre possibile ... insomma è un mio pensiero costante soprattutto negli ultimi tempi, quando ci sono da prendere le ennesime decisioni sul lavoro e l'idea dell'adozione comincia a scorrerci lentamente dentro. Vi abbraccio, vi capisco, vi sostengo e vi seguirò con tanto affetto.

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    1. Ho letto a mio marito questo commento e abbiamo avuto la pelle d'oca...
      Un caloroso abbraccio!

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  2. Bello questo post, e molto vero. Troppo vero. Io ho vissuto in Spagna, sono tornata con marito e figli quando anche lì era insostenibile la vita, troppa crisi. Qui va meglio ma sempre stritolati dalle spese...sempre risparmiando, sempre attenti, sempre con paura e se domani ti licenziano? I miei genitori, imprenditori, stanno avendo ora una grossa opportunità di espatriare, veramente come se avessero vinto alla lotteria, non l'hanno cercata loro ma si può dire che l'opportunità è andata da loro....a fine agosto parte mio papà per verifiche, a fine settembre mamma papà e fratello assieme, potrebbero restare già da dicembre gennaio. Io tifo perchè vadano via, loro imprenditori sì che sono soffocati da spese e tasse, sull'orlo del fallimento, a 50 anni suonati e dopo una vita di sacrifici...e poi se a loro va bene non escludiamo di seguirli, amo l'Italia ma riconosco che non si vive bene, per tanti motivi. Forza. Io vi appoggio, è bellissimo il progetto expat, belle le ricerche, le mail mandate, anche i cavilli burocratici, tenete duro, e fate bene!

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    1. L'italia sta purtroppo diventando una nazione in cui si puo' tutt'al più sopravvivere. Lungi dall'essere questa una vita vissuta in piena libertà d'espressione. Saluti alla compaesana! ;-)

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  3. Ho pensato spesso anche io a questa possibilità. Dopotutto la patria è dove si è felici, alla faccia del campanilismo. Ti auguro, se è davvero quello che vuoi, di portare presto a termine questo progetto.

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    1. Ero di un campanilismo fino a qualche anno fa che ora stento a riconoscermi.
      Grazie Princess :*

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  4. Come non capirvi! andate se ve la sentite! io vi auguro ogni bene!! perché sprecare la vita per qualcuno o qualcosa non ne vale MAI la pena!! un abbraccio enorme di incoraggiamento

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  5. Un grosso in bocca al lupo, e se posso aiutare lo faccio volentieri!

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  6. Scelta coraggiosa, e bella. Bello il vostro coraggio, bella la vostra unione, belli voi. Nel senso "intero" della parola belli. Insomma, non so spiegarmi, ma...vai così Madness!

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  7. ...c'è bisogno di coraggio ed incoscienza nella vita, perchè essa sia degna di essere vissuta...

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  8. Secondo me fate benissimo a pensare di andare via..fatelo finchè potete. E' giustissimo tutto quello che scrivi a proposito di questo Paese che non ci permette di costruire ma solo di vivere alla giornata. Sarà una scelta che avvantaggerà anche i vostri figli. Coraggio!

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  9. Un grosso in bocca al lupo per questa nuova avventura!!

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