lunedì 27 gennaio 2014

Alla faccia!!!

Questa notte ho sognato di essere in viaggio con mio marito, mia mamma e mia nonna.

Ero incinta.

In una città sconosciuta, partorisco mia figlia: uno scricciolo piccolissimo, fragilissimo.

La posiziono a mo di ranocchio e me l'appoggio sul petto.

Soddisfatta e piena di amore guardo mio marito, conteso da altre donne.

Così gli accarezzo i capelli e lui diventa il dott. Stranamore di Grey's Anatomy!!


sabato 18 gennaio 2014

Cosa diventeremo senza figli?

Sabato mattina.
Mio marito è in piscina. Io sono sola in casa. Finalmente sola.

Non è che non sia felice del fatto che la maggior parte della giornata la trascorriamo insieme, è solo che a volte ho bisogno di solitudine. Quella solitudine che ti fa respirare, che ti ridona lentezza, che si prende spazio, che non deve preoccuparsi delle emozioni altrui, degli spazi altrui.
A volte ho bisogno di rischiarare la mente, ho la necessita di silenzio, di casa vuota, di sgomberare le orecchie dalla presenza esterna.
E quando sono con lui, sia chiaro, io sono felice di stare con lui. Sono la donna più felice al mondo quando mi sveglio la mattina e c'è lui vicino a me, che ha già preparato la colazione, per me e per lui. Sono la donna più felice al mondo quando condividiamo il silenzio della nostra casa vuota, quando siamo agli estremi del tavolo della cucina e siamo tutti e due al lavoro su un qualche articolo, su una qualche ricerca, su un qualche progetto. Sono la donna più felice al modo, ma ho la necessità di stare sola.
Quando sono sola, posso essere triste. Non devo sentirmi in colpa per questo. Quando sono sola, posso piangere del vuoto che sento e che insieme a lui cerco di riempire con mille attività.
Quando sono sola ascolto musica tormentata. E poi la riascolto e poi la riascolto, che i vicini di casa se potessero firmerebbero una petizione per evitare il loop melodrammatico che esce dalle finestre di casa mia.
Così, quando sono sola, posso sentirmi una donna a metà. Posso ammettere a me stessa, che c'è una parte di me che soffre da morire.
Quando sono con lui soffro lo stesso, non è che non soffra, ma soffro anche per lui. Così cerco di farmi vedere sicura del fatto che questa vita destinata a restare a due, sia proprio la vita che ci spetta, quella che nonostante tutto ci darà delle soddisfazioni.
Stamattina mia suocera mi ha raccontato che è andata a casa di una coppia, loro amici di famiglia da tanti anni. Questa coppia non ha potuto avere figli.
La moglie si è fatta trovare tutta preparata all'arrivo degli ospiti. La casa ordinatissima, maniacalmente precisa, le tazzine del caffè già posizionate sul tavolo, il biscottino vicino ogni tazzina, la macchina del caffè già caricata. Un brivido mi ha percorso la schiena.
Il racconto mi ha fatto immedesimare nella la solitudine di avere una casa vuota che si trasforma in nevrosi del controllo, quello ossessivo, quello che si presenta per riempire il vuoto affettivo. Ho urlato nei miei pensieri: non voglio quella vita.
Se proprio non dobbiamo avere figli voglio diventare un'artista bohemien. Una donna sregolata con molto caos intorno. La casa sempre piena di amici, artisti, pensatori, letterati e noi pieni di vizi.

sabato 4 gennaio 2014

Dal 3 al 4

Quest'anno nuovo mi ha restituito qualche energia.
Ne sono consapevole perchè mi sento cambiata.
Eppure è cambiato solo un numero sul calendario. 2013-2014. Dal 3 al 4.
Nella simbologia dei numeri il 4 completa il tre. E' il più perfetto tra i numeri. E' il numero che rappresenta i 4 elementi: il fuoco, l'aria, l'acqua, la terra. Rappresenta la concretezza, l'ordine, l'orientamento e i derivanti punti cardinali, nord, sud, ovest, est.

In questo 2014 avrò l'opportunità di mettere definitivamente un punto di svolta alla mia vita e decidere qual'è la mia direzione.

Dal tre al quattro. Sembra non cambi molto. Invece sì.
Non c'è più il tre. Il tre si trasforma in 4, in un qualcosa di più completo. Il tre non si perde, senza tre non esiste quattro, ma si trasforma. Ed è questo che mi aspetto: cambiamento.
Quel cambiamento che già sento. Quel nuovo che già vivo in me.
Quel nuovo preso dalle lotte passate, quella speranza che torna a fare capolino.
Non torna sola, c'è un cambiamento che posso descrivere come un'intuizione sorda, un calore al petto, un ottimismo latente che in una parola potrei chiamare Fede.

Io ho fede in questo 2014, io ci credo.
Torno a sperare, torno a vivere.

Eppure è cambiato solo un numero sul calendario. Dal 3 al 4.
E' come varcare l'ingresso di una stanza nuova della tua vita.
Passano gli anni, cresco, invecchio e più mi avvicino alla morte più ne cerco il senso.
Più mi avvicino alla morte delle cose, più ne osservo la rinascita, più mi sento viva.

venerdì 3 gennaio 2014

ANNO NUOVO VITA NUOVA?

Finalmente cazz-arola!

Finalmente il 2013 è finito!

Perdonatemi l'incipit scurrile ma non ce la facevo più.
Il 13 mi porta sempre sfiga e l'anno appena trascorso ne è stata la prova incontestabile. Scientifica direi.

Per paura che il 2013 non perdesse l'ultima occasione di deluderci, io e Lui abbiamo deciso di stare da soli la sera del 31, soli ma con la piacevole compagnia di Toffee (la barboncina a cui faccio da dogsitter).

Così in barba agli inviti ricevuti, ci siamo messi comodi in tuta ed abbiamo iniziato a cucinare.

Menù:
Cappelletti in brodo di carne
Involtino di manzo con olive di Gaeta e lardo di colonnata adagiate su una salsa di peperone giallo.
Crepe ripiena di crema pasticcera con riduzione d'arancia.











Questa cena in due racchiude tutta la speranza che il destino ci riservi un 2014 migliore o che ci dia gli strumenti per affrontarlo al meglio.
Per il momento il mio oroscopo mi ha promesso tanta fortuna, vediamo se gli astri manterranno quanto promesso!

Anche se in ritardo ....

AUGURI DI BUON ANNO A CHI NEL 2013 SI E' SENTITO UN PO' PERSO, A CHI HA PERSO LA SPERANZA!