sabato 20 settembre 2014

Perdermi nella sofferenza

Il mio quaderno. Oggi ne ho bisogno, davvero tanto bisogno.
La sciatalgia è un dolore lancinante che non mi aspettavo fosse così debilitante.
Mi ha tolto ogni facoltà di muovermi con disinvoltura, di muovermi senza dolore e a volte di muovermi.
Quello che è curioso è che il mio dolore non è stato accolto da due persone importanti.
Mio marito, che mi ha chiesto di soffrire con più dignità (per lui dignità=silenzio), perchè la mia sofferenza fa soffrire... lui. E' figlio unico, capiamolo.
Mia madre si è arrabbiata che non vado a trovarla questa sera:  nonostante lei mi sapesse bloccata, non immagina che io lo sia veramente.
Due persone che rifuggono la sofferenza sempre: uno non va ai funerali, se ha un dolore non lo dice neanche sotto tortura, è sempre incline e sprezzante verso ogni cura della sofferenza, semplicemente perchè per lui la sofferenza devi ignorarla, dimenticarla; l'altra, mia mamma, dopo 3 mesi che è morta la sua di madre, ancora non riesce ad entrare nel suo dolore, o nella stanza dove mia nonna è morta, ogni volta che va al cimitero piange e dopo non ne parla più.
Per carità, ognuno ha il suo modo di affrontare la sofferenza, ognuno i suoi tempi, ma lasciatemelo dire...stavolta mi avete deluso per il fatto che non avete pensato alla MIA sofferenza.
E se pure fossi un'ipocondriaca, sarebbe comunque, una sofferenza. E allora, cazzo, accoglietela questa sofferenza, permettetemi di stare male. Da sempre, da quando ho saputo di non potere avere figli, io questa sofferenza non l'ho sofferta fino in fondo, non l'ho sofferta per quanto è grande questo dolore. L'ho sofferta di nascosto, quasi con vergogna, di essere una donnetta che vuole avere figli e ce si sente mozzata, amputata, squartata di questa negazione.
Voglio un figlio, non voglio SOLO figli, no! Ma voglio un figlio, lo voglio con tutte le mie profonde viscere, voglio IL MIRACOLO, voglio la nausea della gravidanza, voglio quella vita dentro la mia pancia, voglio nutrirlo attraverso il mio sangue, attraverso il mio nutrimento, voglio respirare con lui, voglio che scalci dentro di me, voglio provare il dolore di partorire e sentirmi invincibile vederlo nascere da dentro il mio corpo.
E invece no. Dentro di me c'è assenza, vuoto, secchezza, c'è la sofferenza, c'è un fibroma, ci sono io che quando vengo piango dal dolore, Piango il dolore che non prova mio marito avendo un varicocele bilaterale di 4 e 5 grado. Piango perchè non posso piangere. Che colpa ne ha lui? Ditemi, che colpa ne ha lui? Ma se questa sofferenza la vivessi a pieno, che ne sarebbe di noi? Finirei per distruggermi? Dove andrei a finire? In quale depressione sprofonderei? Sono capace di perdermi nel dolore? La strada giusta è perdersi nel dolore? Sono sicura che senza affrontare questo dolore non creerò mai spazio dentro di me. Ho bisogno di perdermi, e poi di sentire il vuoto e dopo creare, creare qualcosa che mi dia significato. Un significato. Cosa sono venuta a fare su questa terra se non ho possibilità di creare nulla?
Un significato.
Un significato.
Un significato.

1 commento:

  1. Sono domande troppo grandi perché io possa anche solo provare a risponderti. Io nel dolore ci sono annegata dentro, parecchie volte ed è così buoi la sotto che no, non voglio proprio tornarci. Spero che nemmeno tu lo faccia. Ti abbraccio cara, con tutto il cuore. E mi spiace moltissimo anche per il tuo dolore fisico.

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