lunedì 17 dicembre 2012

DESTINO

Oggi avrei dovuto chiamare il Cup per prenotare la visita al centro infertilità di Ortona.
Avevo una paura terribile perché non mi sembra vero che proprio io stia facendo questa cosa. Questa cosa un po' troppo medica per i miei gusti, questo fallimento della mia femminilità, questa cosa ignota a cui sto andando incontro, proprio io.

Oggi avrei dovuto chiamare il Cup per prenotare la visita al centro infertilità di Ortona... ma non l'ho fatto.
Non sapevo che per prenotare telefonicamente la visita servisse l'impegnativa. Io non l'avevo, così domani vado dal mio medico di base (una sellerona -donna troppo alta- ignorante con le unghie laccate di rosso), e mi faccio fare, oltre all'impegnativa, il certificato di infertilità (una botta verso il basso alla mia autostima).
Questo piccolo intoppo, mi ha permesso di riflettere su quanto accadrà. Riflettere ha permesso che la mia paura aumentasse esponenzialmente. Ed ora, davvero, sono in balia del destino. Non ho più controllo di quello che sto facendo.

So solo che lo sto facendo.

Quello che sapevo da sempre che anch'io avrei dovuto fare, sta accadendo.
E' terribile la vita quando tu già sai dove ti porterà. Non sai neanche fino a che punto te la sei tirata, ma lo sapevi che sarebbe accaduto.

Due notti fa ho sognato di camminare in una città nuova, bella, sicura, con poche persone in giro, come piace a me (io odio la folla, la bolgia di gente che non ti lascia respirare). In questa città splendeva il sole ed io stavo per fare la PMA. Ma qualcosa per terra attira la mia attenzione, un euro gigante, un bell'obolo d'oro, più grande e più luminoso. Lo raccolgo. E' la via giusta e mi sento fortunata. La città si chiamava Destino.

Spero che questo daimon che mi porta in luoghi
sconosciuti ma scritti, mi conduca al bambino che sogno di avere.

Non chiedo tanto: in fondo vorrei solo un bimbo con gli occhi di suo padre.


4 commenti:

  1. é bellissimo quello che hai scritto... "vorrei solo un bambino con gli occhi di suo padre". Ti capisco. E' la cosa che dico sempre io "questo bimbo lo vedo con la coppola" (padre siculo.
    Non sò perchè ma sono proprio emozionata per voi..io questo bimbo lo vedo con gli occhi del padre ma anche coraggioso come la madre (parlo di voi due, s'intende). Quando ho letto la tua parola del giorno sul commento ho sorriso. Il mio "distacco" mi permette di avere entusiasmo per questo vostro percorso e intravedo un bel panorama all'orizzonte,veramente. La parte sulla città mi ha fatto pensare alle città invisibili, la mia preferita era "Irene". (Daimon fà rima con Doraimon)

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  2. Grazie Petalo, se dovessi paragonare il mio sogno alle "città invisibili", io non sarei Marco Polo...ma Kan, quello un po' scettico che non crede che, ciò che Polo racconta, sia vero!
    Un giorno esclameremo "questo bambino è nato con la...coppola" sostituendo la camicia, perchè la camicia è demodè, e il cappello è più figo!

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  3. Mi hai commossa con questo post, perchè in questi giorni pensavo proprio alle stesse cose...al fatto che io l'ho sempre saputo dentro di me che il mio destino sarà questo, fatto di siringhe e e farmaci più che di letti e amore e mi fa tanta paura. Ma allo stesso tempo penso che ce la farò, ce la farai, che la paura che ti attanaglia ora svanirà quando il percorso sarà davvero iniziato e troverai dentro di te una forza che non credevi di avere! Io ci credo, per tutte noi! Un abbraccio

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  4. Poli, il mio percorso sta per iniziare e spero con tutto il cuore che il tuo inizi in modo diverso! :-(
    Un abbraccio anche a te.

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