lunedì 10 dicembre 2012

La vita è un dono


Stavo girovagando tra i blog..e come spesso mi capita, arrivo in posti virtuali che non so ripercorrere ma che credo siano luoghi dell'anima, decisi dal destino, luoghi fantastici, in cui i pensieri diventano respiri profondi, emozioni e lacrime.

Insomma, approdo in questo blog dove una mamma racconta la sua esperienza di madre di un bimbo down di 15 mesi e mi commuovo. Affamata di sentimenti nuovi, leggo, divoro tutto quanto voracemente e scopro il suo punto di vista sull'aborto.
Se l'argomento è entrato in questo blog,diario,confessionale vuol dire che, se pur minimamente, l'idea è entrata nella sua psiche e sono sicura che, come è entrata, ne è uscita velocemente, ma non è stato facile.

Quel che mi ha spinto a parlare di questo blog è che questa Madre ha pubblicato questa canzone di Renato Zero: LA VITA è UN DONO, e mi è piaciuta tantissimo.
Ammetto ora di pensare di lei che è una Madre intelligente, una madre completa, perchè è riuscita ad accettare l "anormalità" della patologia genetica, ma anche la sorprendente e dolce normalità di un dono di vita, che è un bimbetto.

il blog in questione è questo, buona scorpacciata a tutte voi!

http://coloridellamore.blogspot.it/

3 commenti:

  1. Medness leggevo dei tuoi post ed eccomi tirata in ballo grazie per i complimenti che mi hai fatto.
    L'aborto facile l'ho sempre condannato e pertanto con M. non ho fatto l'amniocentesi perchè per codardia non volevo trovarmi difronte ad una scelta. Semplicemnte mi sono affidata a Dio. Per quanto riguarda l'anormalità.....mi chiedo chi la decide? Esiste la normalità? Io non lo sono.......

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordissimo con te sull'"anormalità", infatti quando l'ho tirata in ballo ho parlato di anormalità genetica, secondo il paradigma teorico medico. Io non credo che esista una normalità, credo piuttosto che esista la paura di tutto ciò che devia dal conosciuto, dallo standard di azione-relazione che siamo abituati a mettere in atto quando ci troviamo al cospetto di qualcosa o qualcuno diverso da noi. La mia tesi finale di laurea parla appunto di patologie genetiche e il voler a tutti costi rendere somiglianti ai "normali" i portatori di diversità, quindi di pluralità. Io scoraggiavo questo processo indicando invece la ricchezza della conservazione e del rispetto di tutte le forme di diversità che la natura ci ha donato!
    Per quanto riguarda la mia normalità...io la sto ancora cercando: secondo gli standard non dovrei essere una donna di 30 al massimo della sua riproduttività, eppure....
    Chi è libero di "anormalità" scagli la prima pietra

    RispondiElimina